Tratto da “Illustrazione Ticinese” del 29 settembre 1956
Quando arrivate a Bidogno, nell’Alta Capriasca, abbandonate, all’entrata del paese, la strada carrozzabile per Corticiasca (e che da pochi anni, operato il congiungimento con Scareglia, permette di compiere il giro completo della Valle) e volgete i vostri passi verso la piazza, passate sotto un angusto portico e seguite l’antica via che, prima della carrozzabile, conduceva al villaggio di Corticiasca in mezz’ora di cammino tra boschi di castagni.
Ecco davanti ai vostri occhi, una larga, ripida strada affiancata da due scalinate che sale verso il cielo. Fan da guardia ai margini, le 14 cappelle ritte e solide come soldati. Al vertice del poggio domina una chiesa, un sobrio ed accogliente portico, un piccolo vivace campanile. State ammirando la caratteristica Via Crucis e l’Oratorio della Maestà di Bidogno.
L’erba ha steso un sottile, soffice tappeto, che attutisce i passi, tra il selciato dell’ampia gradinata. Mentre salite, vi par di accedere a un trono e il paesaggio vi appare sempre più vasto e variato.
l’oratorio della Maestà.
La tradizione narra che nel 1607 certo Martino Quirici ottenne una grazia dalla Madonna e fece voto di costruire una cappella presso casa sua, in quel di Bidogno. Vuolsi che la Madonna apparve al beneficato sul magnifico poggio che domina la Capriasca, a quota 850 a nord del paese, ove attualmente sorge l’Oratorio. Il Quirici fece erigere, sul luogo dell’apparizione, una piccola Cappella, nel 1608, completandola con un dipinto della Vergine col bimbo in braccio, di un anonimo pittore. Nel 1644 i fedeli e il parroco di Bidogno, allora il Sac. Francesco Quirici, raccolsero i fondi e iniziarono la costruzione, al posto della piccola cappella, di un Oratorio. Sull’altare posero il primitivo dipinto che è ancora quello che vi si conserva tutt’oggi. L’Oratorio venne denominato della Maestà e dedicato alla Madonna delle Grazie. La costruzione, a forma di croce greca, comprendeva l’attuale navata centrale, due bracci laterali, il campanile e venne aperta al culto nel 1653. Gli ornamenti di stucco dell’altare furono opera dello stuccatore Galeazzo Riva. Nel 1711, parroco il sac. Giovanni Maria Muschi, fu costruito l’altare di marmo, opera di P. G. Rossi di Arzo, completato nel 1846 col tabernacolo e i due gradini in marmo. La costruzione del porticato davanti all’oratorio, con colonne e lastre di granito, iniziata nel 1726, terminò due anni dopo. Certo Enrico Sarinelli di Bidogno, morto nel 1717, lasciò i suoi beni per dotare l’Oratorio di una campana che, secondo i suoi desideri avrebbe dovuto pesare 326 chili. Ma, ahimè, l’eredità era gravata da parecchie passività e permise l’acquisto, nel 1728, di una campana di ben più modeste proporzioni. Il campanile era piuttosto piccolo e nel 1744 i parrocchiani prestarono gratuitamente l’opera loro per innalzare un’adatta torre campanaria, a fianco dell’oratorio verso ovest, ricevendo in compenso razioni di pane, formaggio e vino…
Reggeva la parrocchia il sac. Carlo Costante Sarinelli, ed a lui si deve l’iniziativa di aver iniziato la costruzione della magnifica Via Crucis, lungo la ripida «risciada» che conduce dal paese all’Oratorio.
I maggiorenti della parrocchia, riuniti nel marzo del 1756 si impegnarono con atto pubblico, ad erigere le cappelle e a farle dipingere entro due anni, a patto che il comune assumesse l’onere di costruire una strada larga e di curarne la manutenzione. La forma, la misura, la distanza delle cappelle, e il progetto della strada furono subito allestiti e ogni famiglia si sobbarcò le spese per la costruzione di una cappella. Anche il parroco figura tra le persone che contribuirono al compimento delle opere. Ma non ebbe la consolazione di veder condurre in porto la Via Crucis, a cui tanta passione aveva dedicato, poiché morì nel settembre del 1758.
Martino Quirici nel 1608. A sinistra della Madonna la
figura di S. Giuseppe aggiunta più tardi.
Il sac. Giacomo Galletti, parroco dal 1815 al 1861 (e deputato al Gran Consiglio per il partito liberale al tempo della soppressione dei conventi) costruì il retrocoro dell’Oratorio. La sistemazione dell’Oratorio come è attualmente è opera del sac. Don Giuseppe Caro che resse Bidogno dal 1894 al 1924. Egli fece aggiungere le due navate laterali, aumentando la capienza, della chiesina e sistemò a nuovo il presbiterio, il campanile e il coro. Di sua iniziativa fece ridipingere le cappelle della Via Crucis e arretrare un po’ l’altare, trasportandolo tutto d’un pezzo. I restauri durarono dal 1909 al 1913 e lo stesso parroco collaborò con la somma di Fra. 3607.
Sul dipinto della Madonna, sull’altare, opera di un ignoto pittore della Val Solda fu aggiunta più tardi, a tempera, la figura di San Giuseppe, non si sa se per colmare il vuoto a fianco della Madonna. Comunque si nota la diversità della pittura.
In sagrestia sette quadri di grazie ricevute stanno a dimostrare la devozione ancor viva degli abitanti di Bidogno per la loro Madonna. Le pitture sulle cappelle della Via Crucis sono in gran parte scomparse e solo alcune sono ben conservate. Non erano certamente di gran valore. Si pensa, certo quando ci saranno i fondi, di procedere a una nuova rinfrescatura.
Per chi si reca, a piedi, da Bidogno a Corticiasca è d’obbligo passare per questa che è una delle più belle Vie Crucis del Ticino, e sostare un attimo, davanti al piccolo porticato (sotto cui, sul portale, è ben conservato un affresco raffigurante l’Annunciazione, datato del 1646) sul sagrato erboso sorretto da un alto muro, e dominare da questo aereo belvedere tutta la regione fino alla pianura Padana.
Sergio Tamburini
(Note storiche gent. concesse dal M. R. Don Giulio Salmina, Parroco di Bidogno)
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