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BIDOGNO
Note storiche sulla parrocchia e sulla chiesa parrocchiale
(S. T.) Nuova importanza ha acquistato l’Alta Capriasca, con la realizzazione del tronco stradale che unisce Corticiasca a Scareglia. La nuova strada permette di effettuare il giro completo, passando lungo il Cassarate fino a Maglio di Colla e Bogno e ritornare poi dalla parte di Scareglia. Anche le autopostali compiono ora il giro.
I turisti hanno aperta così una nuova via che permette di far conoscere i villaggi appesi ai fianchi del Cavaldrossa e del Monte Baro, come tanti balconi.
Tra questi, salendo da Tesserete, uno attira l’attenzione: Bidogno. Il primo saluto è porto dalla chiesa, dal campanile. Il paese è raggruppato un po’ più addietro. Non si sa a quanto risale la costruzione della chiesa, un oratorio consacrato nell’anno 1457, da Rolando, Vescovo d’Anteradense, suffraganeo dell’Arcivescovo di Milano. Nel 1570 S. Carlo Borromeo, venne in visita pastorale nella Capriasca e vi si fermò dal 14 al 19 ottobre. Estese la visita anche a Bidogno e comprese la necessità di separarlo, con le terre di Treggia e Somazzo, dalla parrocchia di Tesserete e di dotarlo di un Parroco proprio. Il decreto non fu emanato però che undici anni dopo, nel settembre del 1581, quando S. Carlo venne per la terza volta nella Capriasca.
San Carlo assegnava alla chiesa di S. Barnaba, i beni e i diritti della cappellania di S. Maria del Bigorio, per costituire il beneficio parrocchiale. Era però previsto che i neo-parrocchiani ampliassero l’oratorio e provvedessero alle pratiche necessarie per la nuova parrocchia.
Ma 27 anni più tardi, quando il Card Federico Borromeo venne a Bidogno per la visita parrocchiale, costato che la popolazione, non comprendendo certo il beneficio concessole da S. Carlo era poco propensa alla costituzione della parrocchia. Lá costruzione della cappella maggiore e della sagrestia dell’Oratorio venne lasciata a un metro da terra, a causa del disaccordo regnante tra la gente.
Per punizione il Cardinale Borromeo privò Bidogno dei beni e diritti della cappellania di S. Maria del Bigorio, per costituire il beneficio parrocchiale. Era però previsto che i neo-parrocchiani ampliassero l’oratorio e provvedessero alle pratiche necessarie per la nuova parrocchia.
Si dovettero attendere altri 33 anni dalla visita del Card. Borromeo, prima che Bidogno potesse ottenere dal Pontefice Urbano VIII l’istituzione della parrocchia e la presenza di un parroco, nella persona del Sac. Francesco Quirici di Bidogno. Si era nel 1639 e reggeva l’Arcidiocesi di Milano il Card. Cesare Monti.
Il 6 giugno 1004 venne in visita pastorale l’Arcivescovo di Milano Card. Alfonso Litta e, come risulta dagli atti, raccomandò la costruzione della cappella del battístero e del campanile, utilizzando una donazione di cento scudi fatta da certo Martino Quirici.
Il nuovo campanile, al posto di uno già probabilmente esistente sul fronte? spizio della chiesa, ma non adeguato, venne terminato. nel 1700 e le ultime spese, per i ripiani e le ecale, furono fatte nel 1705.
Reggeva la parrocchia il Sac. Lorenzo Quirici. L’attuale campana minore fusa nel 1633 fu tolta dal vecchio campanile, e porta i nomi di S. Carlo, S, Maria, S. Bernardo, S. Cristoforo. I pareri sull’opera furono e sono discordi. Da alcuni si sostiene che campanile non è proporzionato alla chiesa. Il doppio ordine di finestroni lo fa troppo alto: uno solo, quello per le campane, sarebbe bastato.
Il portico davanti alla chiesa, come lo si nota dalle linee architettoniche diverse dalla facciata, fu aggiunto nel 1745, a cura del Sac. Carlo Costante Sarinelli.
Agli altari laterali le balaustre furono aggiunte più tardi, rispetto alla loro costruzione.
A quello di S. Antonio da Padova nel 1709 (portano lo stemma della famiglia donatrice, Cattani), al battistero nel 1746, all’altare della Madonna nel 1745.
Il vano laterale occupato dagli uomini durante le funzioni venne fatto costruire dal Sac, Giuseppe Quirici, parroco dal 1862 al 1874. Opera sua è pure l’attuale sagrestia che sostituisce quella vecchia, troppo angusta.
Come si può rilevare da queste succinte note storiche (gentilmente fornite dal M. Rev. Parroco Don Giulio Salmina e dalla Signa M.a Quirici), la chiesa di Bidogno fu eretta senza un preciso piano, con mezzi molto modesti e completata in epoche diverse.
Recentemente, in primavera, la copertura vecchia, parte di coppi e parte di piode, è stata sostituita, sul tetto principale e su tutti quelli secondari, con un rivestimento uniforme di piode speciali, provenienti dalla Valtellina.
In pari tempo si è proceduto al consolidamento delle travi e travetti del tetto.
Col nuovo rivestimento, malgrado le sue non grandi pretese architettoniche la chiesa di Bidogno si presenta in veste decente e le piode non nuocciono affatto all’estetica, anzi, nonostante il tempo non ancora creato la leggera patina tanto bella sui tetti delle nostre chiese antiche, mente l’occhio e danno appagano veramente l’occhio e danno un tono di freschezza.