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Vivi e morti a Carusio chiedono la strada

Tratto da “Illustrazione Ticinese” del 16 maggio 1953

Carusio, paese dell’Alta Capriasca che amministra­tivamente dipende da Corticiasca, ma che di na­tura è legato a Bidogno per tutte le esigenze della vita quotidiana, si lamenta – e giustamente – di non possedere una strada che lo unisca a questo Comune.

Il traffico da e per Bidogno avviene su un disa­giato sentiero, a volte persin pericoloso, il quale, ad un dato punto, incontra un ponticello di legno che spesso è travolto dal cattivo tempo.

Per chiedere la costruzione della già da tempo progettata strada, perlomeno di carattere agricolo, gli abitanti di Carusio mostrano alle autorità ed ai Ticinesi tutti questa, invero sconfortante, visione di come avviene un funerale nel loro paese.

La bara dev’essere portata a mano per quaran­tacinque minuti d’impervio sentiero, passando per tratti dove un piede messo in fallo può costare la vita. Si pensi, d’inverno o in giornate di tempo av­verso, quale difficoltà incontra il funebre accompagnamento per raggiungere il Cimitero di Bi­dogno!

Effettivamente, a Carusio, se la vita quotidiana non è facile, anche la morte è dura.

Giustizia vuole che tali deplorevoli condizioni siano eliminate e che Carusio abbia finalmente il suo congiungimento stradale (che del resto non mi­surerebbe nemmeno due chilometri) con Bidogno.

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